L’arte contadina in Calabria, dignità tra le mani di mio padre
Vivere lento, prendersi del tempo per se stessi e gli altri, dedicarsi alla terra per toccarla con mano e sentirsi vivi.
Voglio dedicare questo racconto al mio papà, colui che della vita lenta (e faticosa) ne sa parecchio.
Sento di doverlo ringraziare qui sul mio blog perché è proprio lui che ha contribuito a farlo nascere.
No, non c’entra nulla il tecnicismo dello strumento: lui di cosa sia un blog non ha ancora le idee chiare così come oscuro è il significato delle parole “Facebook” o “Instagram”.
Quello che mio padre ha seminato in me va ben oltre questi strumenti digitali: ha fatto nascere nel mio profondo la forte consapevolezza delle mie radici, quelle contadine, facendomele amare a suon di zappe, soppressate e trattori.
Mi ha fatto capire che nonostante qualche anno fa io sia andata via dalla Calabria per lavorare e creare la mia nuova famiglia a Milano, non c’è metro all’avanguardia, lavoro super figo e moda all’ultimo grido che tenga: quando torno da lui, vicino a quel trattore, quella zappa e quello stile di vita lento, io mi sento libera, mi sento me stessa al 100 %.
È lui che, da quando sono nata, mi trasmette ogni singolo giorno la sua incommensurabile passione per la terra e l’arte contadina, anche se poi non sono mica brava come lui.
“L’uartu vò l’uamminu muortu” (l’orto vuole l’uomo morto)
Una frase che mi ripete sempre per ricordarmi che il lavoro del contadino richiede tempo e fatica e praticamente non ha orari di inizio e fine.
Ma come potrei dimenticarlo se una delle mie più grandi preoccupazioni è legata alla domanda “Chi porterà avanti queste faticose e meravigliose tradizioni? Come posso renderti lo stesso fiero di me?”
È un tarlo che mi mangia il cervello ogni volta che lo vedo sudare, affaticarsi e sorridere con bocca e occhi quando con orgoglio mi mostra i frutti del suo lavoro come i salumi calabresi che profumano di autenticità e passato, o quando continua a spiegarmi con passione il periodo giusto per ogni piantagione e io, immancabilmente, continuo a dimenticarlo.
È per questo che scrivo, fotografo e condivido la sua vita su questi strumenti moderni che per lui sono ancora un po’ alieni: lo faccio per tramandare la sua arte a modo mio nell’unico modo che posso, qui da Milano e ogni volta che torno a Cetraro in Calabria per trascriverle oltre il passare del tempo.
E con i miei racconti, nel suo piccolo è diventato un po’ famoso. Armato di smartphone, sorrisi e quella semplicità della vita contadina calabrese, il mio papà è ormai una piccola star.
Chi mi segue da un po’ ormai conosce bene quelle che ho intitolato “VaZappStories”, cioè i suoi messaggi whatsapp in dialetto calabrese, in cui mi racconta come si piantano le cipolle o come ha cucinato la zucca appena raccolta con tanto di documentazione fotografica. O i selfie nell’orto mentre coltiva il mais o è alle prese con la realizzazione di soppressate, peperoni o attrezzi che sembrano sbucare dal passato.
E sebbene quel significato di blog e social network resta sempre un po’ ancora da capire, ci ha preso in fondo gusto che qualcuno apprezzi la sua semplicità; perché sente che allora quella vita contadina, forse troppo ingenua rispetto al benessere moderno, non è in fondo una cosa di cui vergognarsi, ma anzi andare fieri.
E io fiera lo sono all’infinito, orgogliosa di avere la fortuna di poter toccare ancora con mano quelle tradizioni di Calabria che ormai stanno per scomparire e di cui papà è ancora un fautore pieno di dignità.
E quindi ecco che, ogni volta che pubblico le sue foto o anche ora che gli sto dedicando un’intera pagina di questo mio diario digitale, è come se dicessi:
“Papà, io sono dovuta andare via, io non sono il figlio maschio che avrebbe potuto portare avanti la tua nobile arte e forse anche da figlia femmina sarei dovuta rimanere a imparare e seguire il tuo esempio, ma il mio orgoglio per quello che fai è grande quanto te, indipendentemente da dove la vita mi porterà”.
E anche se questa mia vita è tra un pc, una riunione e una corsa frenetica in metro, io non dimentico mai da dove vengo.
Perché ho qualcuno che mi insegna la gioia nella semplicità delle cose e l’umiltà come valore fondamentale.
E quel qualcuno si chiama papà, il mio “influenZer della semplicità”.
Simona Pasquino
27/02/2019 at 12:17Laura, sono sicura che anche tuo padre è super fiero di te! In un modo diverso dal suo porti avanti le storie e le tradizioni della Calabria che rischiano di andare perse. In questi mesi ho imparato a voler bene la tua magnifica famiglia (nonne e zie incluse) con i loro piatti e la loro saggezza popolare. E’ bellissimo vedere il frutto del lavoro nei campi. Un lavoro nobilissimo. Oggi più che mai.
Nel vivere lentamente c’è il segreto della buona vita.
Un abbraccio al tuo babbo!
Laura
27/02/2019 at 11:21Simo, tu dolcissima ad esser passata a lasciarmi il tuo pensiero. Grazie, anche se grazie non basta! Un abbraccio
Simona Pasquino
27/02/2019 at 15:17Ma grazie a te che ci stai facendo scoprire la Calabria ed i suoi magnifici abitanti!
nicoletti enzo
27/02/2019 at 12:43sei fortunata di aver un papa cosi
Laura
27/02/2019 at 12:43Vero Enzo. Lo sono! Grazie per il commento ?
La Scimmia Viaggiatrice
27/02/2019 at 14:29Ciao Laura! Siamo sicuri che con il tuo blog stai rendendo onore e soprattutto stai facendo conoscere le tradizioni della tua terra che altrimenti in tanti non potrebbero conoscere! In più le stai accompagnando verso il futuro! Siamo certi che qualche giovane volenteroso leggendo i tuoi articoli deciderà di intraprendere questa vita lenta di cui tuo padre è uno splendido cultore!?
Laura
27/02/2019 at 14:14Grazie ragazzi! Facciamo che molliamo tutto e andiamo tutti a vivere “lento”? ??
Erica
27/02/2019 at 15:12Lo si percepisce dalle tue foto che tuo padre ama fare quello che fa e sono certa che sia molto fiero di te. In fondo, anche se con i nuovi mezzi a disposizione, porti avanti la tradizione. Certo, magari non lavorerai mai i campi come lui ma ne preservi la storia e la tradizione.
Laura
27/02/2019 at 14:15Grazie. Nel mio piccolo ho bisogno di sapere che qualcosa la sto facendo, anche se in modo diverso. Un abbraccio grande!
Luca
27/02/2019 at 15:18Un uomo come pochi. Il mestiere del contadino è un lavoro che si sta perdendo in nome della modernità. Ho seguito un po’ le tue avventure e quelle di tuo papà nel suo orto. Passione, dedizione e amore, soprattutto verso la sua famiglia sono quello che lo rendono un uomo unico. Bravo davvero!
Laura
27/02/2019 at 14:20Quando gli farò leggere questo tuo commento Luca… si gaserà tutto ? Grazie mille!
Futura
27/02/2019 at 19:13Evviva questo fantastico papà evviva le tradizioni, evviva chi ama la terra! Post bellissimo, cose che generazioni future probabilmente non potranno provare… Bravissima Laura!
Laura
27/02/2019 at 19:45Grazie dolcissima Futura! Già, sono sicurissima che tutto ciò si perderà. Che peccato! Grazie del commento ❤
Rosalia Chiarappa
27/02/2019 at 21:45Non solo tu sei fiera del tuo papà e della tua terra e, soprattutto, il tuo papà è fiero di te, ma anche noi lo siamo. Noi, i tuoi lettori che ogni giorno tramite le tue parole e le tue foto imparano sempre più sul meraviglioso territorio calabro che tu ami tanto.
E per questo ti dico grazie Laura ❤️
Laura
28/02/2019 at 06:51Rosalì, e ora mi fai commuovere davvero ? Trovo spesso tante parole ma stavolta la cosa che esprime il mio pensiero nei tuoi confronti è semplicemente GRAZIE!
Laura
27/02/2019 at 23:19Bellissimo e toccante quello che hai scritto, le tradizioni fanno parte di noi, da sempre. E sono certa che Grazie anche ai tuoi racconti, a quello che sei e fai, il tuo papà sia fiero di te, come tu lo sei di lui.
Laura
28/02/2019 at 06:57Grazie Laura! Questo è l’unico modo in cui posso provare a tramandare: la parola. E chissà da questo piccolo seme nasca un germoglio per qualche giovane che voglia intraprendere la via della terra! Un abbraccio!
Falupe
28/02/2019 at 03:50Cara Laura, questa è una bellissima lettera d’amore di una figlia a suo padre. Un gesto, il tuo, paragonabile alla splendida arte di tuo padre, entrambi in via d’estinzione. Parole che un poco mi emozionano, non lo nascondo; parole di altri tempi, parole che non siamo più abituati ad ascoltare. Tuo padre deve essere fiera di avere una figlia come te. Ti auguro di vivere questo amore a lungo. Certo, se riuscissi ad imparare almeno a fare le soppressate la Calabria intera gioirebbe, oltre ai tuoi amici che ne ritroverebbero il sapore genuino. Brava Laura
Laura
28/02/2019 at 06:44Mi fai fatto commuovere anche tu. Fino a quando sei arrivata alle “soppressata”; lì son morta ? Ti ringrazio infinitamente per il tuo pensiero in cui vedo stima e comprensione totale di ciò che ho scritto. Grazie!
Cristina - Zaino e Valigia
28/02/2019 at 08:34Hai scritto un post meraviglioso!! Mi ha emozionato sentirti parlare di tuo padre, sono sicura che lui è già fiero di te e ti fa onore scrivere di lui e della sua passione per la terra e per i salami calabresi. Bravissima!!
Laura
28/02/2019 at 07:52Grazie Cristina. Oh, ma quando vieni a trovarmi in Calabria? ??
Elisa - Eli&Fabi On the Road
28/02/2019 at 09:14Un bellissimo post. Hai trasmesso tutta la passione di tuo padre verso la terra e la tua passione per lui e per le tue meravigliose radici. E abbiamo molto in comune sai ?
Laura
28/02/2019 at 09:13Ah sì? Eddai, raccontami qualcosa allora ? Grazie per essere passata!
Simona
28/02/2019 at 09:25Laura questo articolo è forse uno dei più belli che abbi letto. Il tuo attaccamento alla Calabria è palese. Indipendentemente da dove sia la tua vita adesso, il richiamo alle radici è forte e sempre presente. E tutto questo amore è dovuto soprattutto alla meravigliosa figura di tuo padre. Una dichiarazione d’amore verso lui e verso la tua terra. Complimenti!
Laura
28/02/2019 at 09:39Perché c’è un filo rosso che parte dal mio cuore e si dilunga da Nord a Sud, lì dove è allacciato bene con un nodo saldo. Grazie Simona ?❤
Dora
22/05/2019 at 18:57Le parole scritte in questo racconto arrivano dritte al cuore. Laura la fierezza e la dolcezza con cui descrivi il duro ma gratificante lavoro del contadino non lasciano indifferenti. Non ti nego che mi sono rivista in te, sia per l’amore e l’orgogli che ho per il mio papà, ma anche per l’amore verso la nostra Calabria, la nostra terra, la nostra casa. Sei una persona davvero speciale, io da tua follower sono fiera di poter dire c’è una calabrese che vive a Milano e fa conoscere al mondo quanto sia bella la nostra terra da sempre martoriata, e se sono fiera io di averti conosciuto, immagino il tuo papà quanto lo sarà di te. Grazie per tutto Laura, continua così, abbiamo bisogno di gente come te.
Laura
22/05/2019 at 18:40Ci sto provando a trovare le parole per risponderti, giuro. Ma mi hai lasciato senza fiato. Ti ringrazio, di cuore! Quel cuore che ora sento amico del tuo anche se non ci conosciamo ed è questo che amo delle relazioni seppur virtuali: sentire che allora il web non è tutto così marcio ma regala emozioni che passano oltre un monitor di PC o smartphone. Grazie Dora ?