Dolci di Natale in Calabria, mani che impastano tradizione
Quali sono i dolci tipici calabresi del Natale? In Calabria la tradizione dolciaria natalizia è davvero ricca e spesso, come accade con tanti altri cibi tipici, il dolce è lo stesso ma cambia nome in base alla zona della regione. Inoltre molti dolci di Natale in Calabria vengono preparati anche a Pasqua e a Carnevale.
Quello del Natale, più che mai, è il periodo dell’anno in cui genitori, nonni, zii e perché no, anche noi figli, allacciamo il grembiule, le mani si sporcano per impastare la tradizione, il profumo inizia a riempire gli spazi della casa, ma anche cuori e pance come quelle dei vicini e dei familiari a cui li portiamo in dono.
Grazie ai tanti calabresi che mi seguono e che mi hanno aiutata a conoscere diversi nomi mandandomi anche foto, e grazie ai tanti anni in cui studio la mia Calabria più che posso, eccomi finalmente con l’elenco di dolci di Natale calabresi, un viaggio carico di sapore e, sappilo, di fritto.


In questo racconto trovi (indice)
Pitta ‘mpigliata
La pittà ‘mpigliata è un dolce tipico della Sila cosentina, del catanzarese e del crotonese che assume ovviamente nomi diversi. Che sia ‘mpigliata, ‘nchiusa, ‘mbigliulata o ccu passuli, la pitta nasce da una preparazione lunga e minuziosa al profumo di noci, uva sultanina, bucce di clementine, cannella, chiodi di garofano, liquore Strega e anice. Se vuoi, puoi sbirciare la realizzazione di ben 30 pitte ‘mpigliate insieme alla signora Maria. Ti lascio il link qui sotto.

Turdilli
C’è chi, come al mio paese, li chiama turdilli, chi invece crustuli, tardilli e cannariculi. Cambia il nome ma non la sostanza di un dolcetto fritto semplice e buonissimo, direi assolutamente da leccarsi le dita. Infatti, se per preparare i turdilli basta farina, vino bianco o rosso e olio d’oliva, il miele d’api o di fichi (mustucuòttu) in cui vengono girati alla fine sono quella cosa che li rende irresistibili. Se vuoi, puoi venire con me a prepararli insieme alla mia calabrese vicina di casa Antonella. Ti lascio il link qui sotto.

Pignolata
Quello della pignolata è un dolce identificato anche col nome di struffoli, cicerchiata, cicerata, ciccitielli o favuzzi, in base non solo ai paesi in Calabria ma anche alla regione. In ogni caso, quando parliamo di pignolata parliamo di tante piccole palline fritte cariche di allegria, con farina, uovo, zucchero, liquore, bucce di agrumi e ricoperti di miele e zuccherini colorati. A Reggio Calabria, vista la vicinanza con la Sicilia, la pignolata è “alla messinese”, ricoperta a metà con glassa al limone e metà al cioccolato.

Scalille
Pronunciato come scalilli, scalille, scaliddi o scaliddri, siamo davanti dolce natalizio calabrese profumatissimo di miele con una forma particolare che, come ricorda il nome, rappresenta una piccola scaletta per celebrare l’ascesa di Gesù in cielo. Ingredienti semplici come farina, uova, zucchero, cannella, liquore e lievito vengono resi speciali, ovviamente, dall’immancabile frittura. Per le diverse coperture delle scalille si utilizza il miele, il cioccolato, l’anice o il miele di fichi.

Giurgiulena
La giurgiulena è un dolce croccantissimo con il sesamo come star, i cui semi vengono letteralmente versati nel miele per poi indurirsi e diventare una sorta di torroncino. La preparazione è abbastanza lunga, considerando il fatto che il composto deve riposare circa 24 ore. Riposo che si conclude con il taglio a forma di tanti rombi o rettangoli, cosparsi di zuccherini colorati e spesso posati sulle profumatissime foglie degli agrumi.

Torrone e torroncini
Irrinunciabili come le caramelle da avere in tasca, il torrone e i torroncini calabresi nascono dalla lavorazione di zucchero, mandorle tostate, miele, albume d’uovo, cacao amaro, oli essenziali e spezie in polvere come cannella e chiodi di garofano. La copertura varia ma il Torrone di Bagnara Calabra (RC), dove nel 1800 nacque la prima fabbrica di torrone calabrese, non solo è l’unico in italia con certificato IGP ma ha due versioni: Martiniana, con copertura di zucchero in grani e Torrefatto glassato, con copertura di cacao amaro.


Susumelli
Li chiamiamo suzumìelli o, italianizzandone il nome, susumelli o susamelle, e sono dei deliziosi panetti ovali al miele, mandorle, cacao e diverse spezie che conferiscono a questo dolce un sapore molto intenso. I susumelli hanno un interno morbidissimo e una glassa esterna al miele, cioccolato bianco o cioccolato nero. Alcuni vengono lavorati anche con l’aggiunta di frutta candita o uva passa.

Nacatole
Tra i dolci di Natale in Calabria, le nacatole sono un dolce fritto tipico della Locride e della piana di Gioia Tauro. Come ci indica il nome, ha la forma che ricorda una culla che in calabrese chiamiamo naca, volendo ricordare quella di Gesù Bambino. Gli ingredienti delle ‘nnacatuli sono semplici come farina, uova, burro e zucchero e tutto viene reso speciale non solo dalla frittura ma anche dai liquori al bergamotto, al limone, alla mandorla o all’anice.

Pitta di San Martino
La Pitta di San Martino è un dolce tipico del reggino e conosciuto anche con il nome di sammartine o San Martine. Si tratta di piccoli panetti dalla forma variabile cotti nel forno a legna, fatti con fichi secchi, vino cotto, uvetta, noci, mandorle, cannella, chiodi di garofano e spesso anche cacao o cioccolato. Come ci ricorda il nome, si iniziano a preparare dal giorno di San Martino, l’11 novembre, per poi continuare lungo tutto il periodo natalizio.


Chìnuli, Petràli o Nepitelle
C’è chi li chiama chinuli, chi chinuliji, chi chinulilli e chi petrali o nepitelle In ogni caso i chìnuli sono dolci tipici del reggino a forma di mezzaluna fatti con la pasta frolla, al cui interno c’è un cuore tritato e variabile, solitamente di fichi secchi, mandorle, uva sultanina, noci e buccia di agrumi, fatto macerare per diversi giorni nel vincotto e nel caffè dolce. All’esterno, una pioggia di zuccherini colorati si appiccicano al tuorlo dell’uovo sbattuto, oppure una glassa di zucchero, di cioccolato fondente o bianco. Alcuni realizzano il ripieno con ricotta aromatizzata agli agrumi, mostarda d’uva o cioccolata. A Pizzo Calabro (VV) oltre a variare l’interno varia anche l’impasto, che è a base di ceci e frutta secca.

Crocette, trecce, coroncine e panicelli di fichi
D’estate in Calabria si raccolgono i fichi, si fanno seccare e si bolliscono in modo da garantirne la conservazione necessaria per realizzare in inverno diversi tipi di dolcetti insaporiti da zucchero, spezie e frutta secca. L’obiettivo è quello di mangiarli durante il Natale e provare a conservarli per tutto l’inverno, ma l’impresa è ardua. Tra i dolci realizzati ci sono i crucètti, ovvero 4 fichi disposti a croce, i hiètti, cioè i fichi intrecciati, i tortanìelli, che sono i fichi disposti a collana e i panicellùzzi, una sorta di piccoli panini con foglie di arancio e fichi.



Mostaccioli
Il miele è il protagonista di questo dolce natalizio calabrese da definire artistico e che, come tanti altri, noi calabresi chiamiamo in svariati modi: mustazzùoli, mostacciùoli, mostazzoli, mostazzola, ‘nzudde. Dolce tipico particolarmente di Soriano Calabro (VV) e di Reggio Calabria, Il mostacciolo assume forme diverse, dal gallo al pesce, dal cavallo al caprone, dalla S rovesciata al bastone. A renderlo ancora più bello ci sono non solo le svariate forma ma anche le coloratissime decorazioni finali.

La nostra breve passeggiata da cucina a cucina per assaporare i dolci di Natale in Calabria è terminata.
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