Crispelli: le soffici ma croccanti frittelle calabresi
“Laurù, quando vieni a Cetraro ti preparo “I crispelli”
È indescrivibile la mia gioia ogni volta che zia Silvana promette di prepararmi questa sfiziosità tipica calabrese, una frittella croccante fuori e soffice dentro dalla semplicità e bontà uniche.
Infatti bastano farina, acqua, sale, patate e lievito per farmi nascere un sorriso a 32 denti, denti che afferrano non solo una semplice frittella calabrese, ma qualcosa capace di riunire intere famiglie davanti a sé come simbolo di augurio.
Devi sapere che a Cetraro non passa un 8 dicembre (Immacolata) o periodo natalizio in generale senza crispelle, così come non esiste avvenimento particolare meritevole di festeggiamento in cui non si mangi questo fragrante fritto.
Quando qualcuno si sposa, ad esempio, colei che è indiscutibilmente la più brava crispellara si offre per prepararle in dosi adeguate (chili e chili di farina 😀 ) per tutti gli invitati.
Inoltre da ormai più di 20 anni in occasione della festa patronale di San Benedetto a luglio la mia mitica nonna Annina prepara, per devozione al Santo, tra i 40 e i 50 kg di crispelle. Irremovibilmente posizionata davanti la sua casa in via Roma (proprio di fronte la Chiesa matrice) allieta tutti i passanti insieme alla sua storica amica (nonché vicina di casa) Wanda.
Così d’estate, mentre cammini tra le vie del centro storico in festa per raggiungere il luogo di culto, vieni inebriato da quel profumo delizioso che ti porta, come un ottimo navigatore GPS, dritto alla meta delle crispelle!
Tornando alla mia cara zietta Silvana, come faccio a non amarla se ogni volta che raggiungo un traguardo importante mi prepara appositamente le crispelle? E l’attesa di arrivare a questo piacere mi ha sempre dato la forza per stringere ancora di più i denti. Vuoi mettere fare sacrifici per la mia laurea o per ottenere un contratto lavorativo sapendo che poi come regalo avrei ricevuto una valanga di crispelli solo per me?
E anche questa volta, al mio rientro a Cetraro da Milano, ecco le mani di zia (e il suo amore) mettersi all’opera!
No, non ti parlerò di ingredienti segreti che nessuno svela, ma soltanto di uno speciale che rende uniche le crispelle ed è la felicità racchiusa nel cuore di chi le prepara ❤
E proprio come zia Silvana, ci vogliono anni di esperienza per riuscire a realizzare delle ottime crispelle: le mani dell’umile rosticciere popolare che le impasta hanno una maestria che non si può insegnare facilmente, motivo per cui chi le prepara viene ricoperto di una certa ammirazione!
PS. le braccia di zia Silvana fanno un baffo a tutte le moderne impastatrici (guarda tu stess*!)
Zia Silvana sta preparando una cosa calabrese che mi fa impazzire? Presto vi racconto cos’è ?Provate a indovinare intanto! #food #calabria pic.twitter.com/tqIX1ex22G
— Laura | L?VECetraro (@lovecetraro) 21 febbraio 2017
Dopo aver energicamente impastato il composto fino a farlo diventare soffice ed elastico, viene messo a riposare per la lievitazione (circa 2 ore) coperto da canovacci. Che attesa dolce e piena di piacere quella prima sbirciare, proprio come una bambina, per farmi sorprendere dall’impasto nel frattempo aumentato e invaso da soffici buchi!
Finalmente è arrivato il momento tanto atteso: la frittura!
ATTENZIONE: è vivamente sconsigliato assistere a chi ha abiti puliti o capelli appena lavati, il forte profumo delle crispelle rimarrà intrappolato per sempre non solo nella mente ma anche addosso!
La cosa che più sorprende quando guardo zia è la bravura nel prendere la giusta dose di impasto per poi lavorarlo velocemente e metterlo nell’olio caldo. Da rimanere incantati!
La prima crispella è pronta. Lo so che è bollente ma non resisto più! Però c’è un problema: zia mi vieta severamente di prendere la prima crespella per non lasciare la ciotola vuota. “Porta male!”, mi dice, “così come non bisogna mai lasciare la padella vuota durante la frittura!”. Io non sono scaramantica, ma guai a non ascoltare na crispellara all’opera, per carità!
La mia versione preferita delle crispelle è quella semplice, ma esiste anche quella con “u pisci salatu” ovvero arricchite dal pesce cetrarese, un prodotto unico nel suo genere che viene lavorato artigianalmente con solo sale e vajanella pisata senza aggiunta di conservanti.
Dal momento in cui zia Silvana prende l’mpasto e aggiunge il pesce a quello in cui la crespella è pronta per essere sbranata… il passo è breve!
Se vieni a Cetraro non puoi non assaggiarne una. Anzi, se vieni a Cetraro qualcuno le preparerà proprio per accoglierti e festeggiarti!
Lo so che ti è già venuta l’acquolina in bocca e io non vorrei essere ulteriormente cattiva ma perdonami, devo assolutamente farti capire quant’è morbida e trasudante d’olio la crespella!
Ora per farmi perdonare, ti do un attimo in prestito la mia dolce zia con tutto il cesto di crispelli, anche perché dopo averle detto che avrei scritto questo racconto, si è preoccupata e mi ha chiesto “ma se poi a tutti quelli che leggono gli viene fame, come fanno poverini?” 🙂
Tieni, prendine quante ne vuoi!
Per la ricetta e il procedimento completi ti consiglio di leggere l’articolo del blog “La Cucina di Bacco, in cui la mia amica Denise (anche lei di Cetraro) ti spiega tutto, passo dopo passo!
Marilena Matta
27/01/2018 at 16:47Brava una seguenza perfetta x questa nostra specialità cetrarese .una cucina semplice ma secolare da far conoscere ai giovani
LOVECetraro
27/01/2018 at 23:14Grazie Marilena! Verissimo, queste ricette antiche e semplici non dobbiamo dimenticarle ma tramandarle per le future generazioni! Un abbraccio ?