Hai presente quando conservi caramente in un portagioie gli oggetti più preziosi, come a voler fermare, in uno spazio, il tempo e la memoria legati ad ognuno di essi?
Il Museo dei Brettii e del Mare di Cetraro, il mio paese natio sulla Riviera dei Cedri tirrenica, è proprio come quel portagioie: una scatola di vita e autenticità che immortala per sempre una parte fondamentale della storia calabrese per raccontarci, ogni volta che la apriamo, perché oggi siamo ciò che siamo.
L’ingresso in questa magica scatola di ricchezze si apre su Piazza del Popolo, alle spalle del vigile sguardo del Nettuno, il nostro gigante simbolo cittadino che svetta sulla fontana centrale. Siamo all’interno di una dimora storica dall’architettura neoclassica, un palazzo signorile venduto a fine Novecento al Comune e diventato un contenitore culturale vivo in ogni sua stanza, dalle mostre permanenti a quelle temporanee, dai convegni agli eventi musicali.
Quello che inizia appena varchi la porta di ingresso del Museo di Cetraro, è un dialogo tra i tuoi occhi e le diverse forme di espressione con cui la storia e l’arte si raccontano per farci vedere noi stessi attraverso le cose. Tra i protagonisti più importanti ci sono i nostri avi guerrieri, i Brettii, il popolo italico che nel 365 a.C. si ribellò ai Lucani di cui era schiavo imponendo la sua supremazia e fondando la capitale “Consentia”, attuale Cosenza. Questi antenati “ribelli” ci hanno lasciato numerose prove del loro passaggio, come i preziosi oggetti ritrovati in alcune tombe brettie scoperte proprio a Cetraro e che puoi vedere proprio all’interno del museo.

La Sezione Archeologica ci fa fare un salto indietro nel tempo al IV-III sec. a.C. per parlarci di come i popoli si siano insediati in questo territorio del medio Tirreno cosentino durante il periodo ellenistico, circondati anche da bellissime anfore che raccontano l’anima marinara del mio paese legata alla navigazione e ai commerci. Inoltre, i reperti provenienti dal centro storico ci portano nel basso medioevo e rinascimento. A proposito, qui ti indico un itinerario a piedi nel cuore del paese da non perdere.
La Sezione Storica mi lascia ogni volta stupefatta. Qui il Fondo Cartografico Losardo è senz’altro una delle parti che amo di più, con le sue carte geografiche che vanno da fine ‘400 al periodo post-unitario, i documenti cartografici, le carte topografiche e nautiche.

I Plastici architettonici in legno mostrano, in scala 1:50, le principali architetture civili e religiose di Cetraro con una precisione incredibile e la grande passione del mio compaesano che li ha realizzati.
La Biblioteca Civica è un’immersione in un cospicuo mondo bibliografico di oltre 15.000 volumi, tra nuove pubblicazioni e importanti donazioni fatte da nobili famiglie cetraresi. Io adoro letteralmente dimenticare il mondo esterno sedendomi tra uno dei 18 posti lettura nell’accogliente Sala di consultazione. Inoltre è sempre un’emozione avere davanti a sé la Raccolta Ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia con documenti che vanno dal 1868 al 1941.
Il meraviglioso giardino sul retro è invece il palcoscenico di numerosi eventi culturali e musicali con vista sul Monte Serra, che accompagnano le serate cetraresi di primavera ed estate.
Nel museo vengono organizzate anche attività didattiche dedicate a scuole e famiglie e, passando davanti al laboratorio di Diagnostica e Restauro puoi spesso sbirciare qualche restauratore a lavoro per il recupero, la conservazione e la valorizzazione di beni d’arte.
Te lo consiglio perché
Il Museo dei Brettii e del Mare è una tappa importante di una più generale visita al mio paese Cetraro, perché solo al suo interno è possibile congiungere il filo tra passato e presente, tra gente antica e moderna, tra luoghi da scoprire all’aperto ma da approfondire tra le mura di un percorso espositivo culturale curato nei minimi dettagli e raccontato con profonda conoscenza dai ragazzi della Caster, cooperativa che lo gestisce dai suoi albori con passione e competenza. Ecco perché ti consiglio anche di prenotare una visita guidata insieme a loro.
Mizzica non lo sapevo!
Il popolo dei Brettii era talmente combattivo e voglioso di indipendenza da riuscire a sconfiggere non solo i suoi stessi padroni, ovvero i Lucani, ma anche i greci, spodestandoli dalle loro proprietà della Magna Grecia calabrese. Ma la troppa voglia di libertà fu anche la stessa rovina dei Brettii: non riuscirono infatti a vincere contro i Romani, che li diffamarono per sempre cambiandogli appositamente il nome con una versione volutamente dispregiativa, trasformandoli per sempre da Brettii a Bruttii.
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